martedì 6 dicembre 2016

SERATA ALCOLICA

Capitolo 31


Questa sera il mio signore è uscito con i suoi amici per una di quelle che ama definire “serate alcoliche” a base di fumo, donne e ovviamente tanto alcool.
Sono i soliti tre amici “palestrati” quelli con cui si accompagna: Diego, il bello del gruppo e che ha sempre un sacco di “fighe” nel suo carnet, Fabio, bruttino in verità, ma a detta del mio padrone, pieno di soldi e Gio, il silenzioso, ma che credo sia quello che a fine della serata, si porti a casa sempre una bella pollastrella con cui spassarsela.
Una nuova ogni volta, s'intende!
E poi il mio padrone, a completare i tre moschettieri.
Sarò di parte, ma il mio proprietario è ovviamente il più signore di tutti. E il più bello ovviamente!
Sempre raffinato, elegante, profumato e con quella pettinatura che farebbe girare la testa a chiunque.
È ancora in bagno a darsi un'ultima occhiata quando mi apostrofa:”schiavo, cosa ne pensi? Sono abbastanza figo?”
“Da quello che vedo agitarsi tra le tue gambe, direi di sì!”
E se la ride di gusto, per questa mia ennesima umiliazione.
Mentre io, coprendo con le mani i genitali per celia, lo osanno di mille complimenti.
Si guarda allo specchio e si piace.
Poi si volta verso di me dicendo:”sei proprio uno schiavo fortunato!”
Poi, mentre sono ancora inebriato dalla sua bellezza, mi schiaffeggia con le sue grandi mani:”servo, corri a prendere le mie scarpe! Veloce!”
Scodinzolo e ritorno portando con la bocca le sue Converse bianche che, abbinate al suo completo, mi fanno impazzire.
L'aroma che esse sprigionano, mi caricano degli umori maschili del mio padrone, che risvegliano i miei ormoni di schiavo.
“Bravo cagnolino”, mi dice.
Poi mi porge il piede destro davanti alla faccia perché lo baci e lo calzi, per poi annodare le stringhe e farle scomparire all'interno della scarpa. Non si devono vedere!
Idem col piede sinistro, mentre io credo di essere al limite di un piacere fisico che potrebbe essere molto pericoloso.
Sistemo i suoi calzoni facendoli cadere alla perfezione sulle Converse e contemplo il mio dio, quasi fossi in estasi.
“Bacia le mie scarpe”, mi ordina!
Ed io mi accuccio a terra come un piccolo fagotto dimenticato e appoggio le mie labbra umide e carnose sulle punte in plastica delle sue sneakers.
Bacio con passione le scarpe del mio padrone.

Anche le suole, pezza da piedi”, mi parla con asprezza.
E in quel momento solleva un piede da terra quanto basta perché la mia faccia possa strisciare al di sotto per questo ulteriore bacio di sottomissione estrema.
Intanto il telefono impazza di messaggi.
Il mio padrone lo impugna e per umiliarmi ulteriormente mi scatta qualche foto, già pubblicate sulla sua pagina Facebook, dove ormai sono diventato lo zimbello dei suoi 2500 amici.
Ma d'altronde anche questo per la gloria del mio padrone.
Dal telefono due messaggi vocali richiamano il mio signore.
“Lascia quella merda di schiavo a leccare il pavimento e raggiungici, non sai quello che ti stai perdendo.”
E l'altro:”guarda che le “fighe” stanno chiedendo che fine hai fatto, ti aspettano. Molla un calcio in faccia al tuo schiavetto del cazzo e vieni a godertele. Sono già tutte bagnate!”
Il mio padrone non può resistere al richiamo di un corpo femminile, figuriamoci se sono tante e lo stanno aspettando.
Senza neppure vedermi, mi calpesta e mi supera per poi avviarsi a grandi passi verso la porta di casa.
Prima di uscire si volta e mi ordina:”schiavo, pulisci tutto, chiaro!?”
Ed io:”certo signore, non si preoccupi e...buona serata.”
Lui sprezzante guardandosi attorno:”buona serata a te, schiavo!”
Ora che sono solo vedo con chiarezza il porcile che è rimasto da pulire.
È tutto sottosopra.
Impiegherò davvero parecchie ore per riordinare e rassettare.
Ma è il mio compito di servo e sono già al lavoro.
Sistemo la camera riponendo tutti i vestiti lasciati sparsi, lo studio con tutti i suoi oggi personali, riportando la casa all'ordine.
Poi è la volta del bagno.
Credo che a volte il mio padrone lo faccia apposta per mortificarmi, non tirando l'acqua dello sciacquone e lasciandomi i suoi escrementi da ammirare.
Oppure è una prova di forza per vedere se ho il coraggio di nutrirmi delle sue feci.
Confesso che la tentazione è forte, e forse prima o poi cadrò in questa sua trappola, ma per ora mi salvo tirando l'acqua e togliendomi questo pensiero dalla testa.
Pulisco tutto, ma quando arrivo alla doccia mi fermo a guardare.
Lo specchio interno porta nel mezzo una striscia abbondante di sperma che, ancora incollato, sta colando lentamente verso il basso.
Il mio padrone si deve essere segato mentre si rilassava in doccia.

Lui è sempre molto generoso nell'eiaculazione, ma così non avevo mai ammirato.
Devo essere veloce, altrimenti tutto sarà perduto.
Incollo la mia lingua allo specchio e lecco d'un fiato tutto quel boccone gelatinoso che ora è al sicuro nella mia bocca.
Mi basta un secondo per.... Puah, sputo tutto, non è sperma, ma il suo nuovo bagnoschiuma che ha una consistenza e un colore molto simile.
Che orrore, ho la bocca disgustata.
Basta!
Devo finire di sistemare e poi forse potrò concedermi del riposo, magari pulendo le ciabatte del mio padrone o leccando le suole delle sue scarpe da vela che devono essere pronte per la regata di sabato.
Ancora un ricordino...
Il mio padrone ha lasciato i suoi slip sporchi in corridoio.
Li raccolgo, ma prima di riporli nella biancheria da lavare, li annuso per bene, proprio in quei punti ove vedo delle macchie di urina e delle strisce marroni.
L'odore è pungente e acido, mi penetra e avviluppa.
Mi inebria e mi innamora.
Il mio padrone...che maschio virile!
Stravolto mi abbandono per terra a fianco degli slip del mio re e mi addormento come un angioletto stanco, ma felice e sorridente.

...

Degli strani rumori mi svegliano di soprassalto.
Il mio padrone è rientrato.
Guardo l'ora, sono le cinque del mattino, mio dio, è già giorno ormai.
Dal corridoio dei versi disumani mi fanno capire che il mio signore sta vomitando tutto ciò che ha in corpo.
Mi avvicino per aiutarlo, ma quando arrivo si è già ripreso e sembra stare meglio.
“Signore”, oso avvicinandomi al suo corpo stupendo,”come si sente?”
“Le ho già preparato il letto e deve solo andare a riposare ora.”
Lui:”aiutami a svestirmi, schiavo!”
Le sue parole sono biascicate, ma il mio appellativo di schiavo non viene mai a mancare, nemmeno ora che il mio signore è nel bisogno.
Ma che illusioni mi faccio...
Il mio padrone è ubriaco:”stupido schiavo, non vedi che devi prima togliermi le scarpe?”
Ed io:”certo signore, ma gliele ho già sfilate un secondo fa.”
Tace e mi permette di terminare la svestizione.
Lo lascio nudo con solamente gli slip, a coprire il suo intimo, come solitamente lo vedo andare a riposare.
E infatti eccolo incamminarsi verso il letto.
Ma, prima di coricarsi, si volta verso di me:”schiavo, poi non dire che hai fame...”
“Sul pavimento dell'ingresso ti ho lasciato tutta la mia cena.”
“Buon appetito!”




Schiavo Luca

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