Capitolo
26
Ieri
sera il mio signore mi ha davvero stupito con una delle ultime pazzie
sul web.
Mi chiama al suo computer ove mi avvicino e mi
inginocchio, baciando la sua mano appoggiata sul mouse.
Lui mi
accarezza la testa dolcemente quasi fossi un cucciolo di cane e mi
dice:”schiavo, guarda questi matti di cinesi cosa si sono
invitati.”
E mi mostra sul video dei portachiavi di gomma
trasparente con all'interno delle piccole tartarughe vive in una
bolla di acqua.
Il mio padrone alle volte è un po crudele, e vedo
nel suo sorriso una piega di sadico divertimento.
Io, forse
immedesimandomi nella povera tartarughina senza speranza di
sopravvivenza, mi sento di dire che così, non c'è possibilità che
viva se non un giorno o al massimo due.
Il mio padrone è
divertito e guardandomi mi dice:”non trovi sarebbe bello avere te
al posto della piccola e innocente tartaruga?”
E ride, poiché
sa bene che se fosse possibile farei tutto per lui, anche solo per
dargli un divertimento di poche ore.
Soltanto per lui e per il suo
piacere.
Confesso che un poco mi rincresce non poter accontentare
il suo, se pur folle disegno.
E sarà per questo motivo che
stanotte ho sognato e posso raccontare i pensieri che ho maturato nel
sonno.
Il mio padrone grande, alto e potente, tenendomi, piccino
come sono, stretto nel suo pugno, mi deposita sul bancone di un
negozio dai contorni inquietanti.
Alle pareti sono appesi altri
piccoli individui come me, inchiodati al muro sopravvivendo a
stento.
Giaccio sul tavolo in mezzo a coltelli, forbici, altri
strumenti di lavoro e la mano grande del mio padrone, che sola mi da
una flebile speranza e a cui mi aggrappo terrorizzato, come se fosse
uno scoglio sicuro in mezzo alla tempesta.
E il suo palmo mi copre
quasi fossi in una grotta al buio, in modo che non possa comprendere
ciò che sta per accadere.
Il mio padrone discute ora col
negoziante e distinguo solamente poche parole:”faccia un buon
lavoro e per favore me lo restituisca vivo.”
Così un'altra mano
virile e forte mi strappa dal mio proprietario e mi solleva per aria
osservandomi come se fossi un fantoccio di pezza.
Il negoziante
risponde:”con un essere umano non lo abbiamo mai fatto, ma non
dovrebbero esserci problemi.”
Il mio padrone puntualizza
ridendo:”è solo uno schiavo...sono sicuro che farà un ottimo
lavoro.”
“È piccolo, ma resistente.”
Grido e strillo di
terrore invocando il mio padrone, mentre lo vedo allontanarsi.
E
tra le lacrime penso: alla fine mi ha venduto.
Ho deluso il mio
signore!
Cosa sarà di me ora? Che senso ha la mia vita senza il
mio signore?
Vorrei uccidermi, ma una mano mi afferra e mi getta
in una scatola.
Dopo non ricordo più nulla.
Il mio risveglio,
è accompagnato da forti rimbombi come ovattati, come se fossi
sott'acqua.
Il viso bellissimo del mio padrone mi osserva da
vicino, ma è come dilatato, come in un incubo terribile.
Mi tiene
nel palmo della sua grande mano e con un dito mi martella il volto
per svegliarmi.
Mi riprendo e cerco di afferrare le sue dita
meravigliose, ma c'è una barriera trasparente tra noi, e tutto il
mio corpo è immerso in un liquido gelatinoso.
Cosa sta
succedendo? Dove sono?
Il palmo del mio signore mi scuote e il
liquido mi sommerge e affoga.
Sento la sua voce lontanissima che
dice:”finalmente si è svegliato!”
E un'altra voce:”cerchi
di non sbatterlo troppo. Non durerà molto!”
Capisco solo ora
cosa è successo.
Ho fatto la fine delle tartarughine cinesi e il
mio padrone alla fine è riuscito a fare di me un portachiavi.
E
infatti dopo poco ecco arrivarmi addosso le sue chiavi di casa.
Mi
colpiscono in volto, forse l'ha fatto apposta per svegliarmi
definitivamente.
Il dolore è forte e mi rintrona la testa per la
botta ricevuta.
Ma è solo l'inizio, me ne aspettano molte
altre.
Il mio signore ora parte in auto e ogni poco vengo colpito
e sbattuto qua e là, con dolore da tutte le parti.
Così provo
nel mio corpo ciò che vivono quelle povere tartarughe sfortunate.
Ma
almeno io ho la consolazione di fare qualcosa di speciale per il mio
padrone.
Arriviamo casa ove mi getta sul tavolo e mi ritrovo a
testa in giù.
Sto
annegando perché il liquido non mi da scampo e l'unica bolla di aria
ora si trova ai miei piedi.
Il gel in cui sono immerso mi riempie
la bocca e se oso respirare sarà la mia fine.
Fortunatamente il
mio re decide di volersi divertire col suo nuovo giocattolo, visto
che sa che ha il tempo davvero contato.
Mi stacca dalle chiavi e
inizia a usarmi come se fossi la tastiera di un cellulare.
Le sue
dita bellissime e lunghe mi premono all'interno della mia gabbia di
plastica.
Mi schiacciano dilatando il mio corpo, che sotto la sua
pressione assume forme strane e divertenti.
Mi allargo a destra e
poi il suo pollice mi preme sul petto che si apre nel mezzo entrando
prepotentemente nel mio corpicino.
Poi il suo indice inizia a
torturare la mia faccia, come rimescolandone i connotati.
E il suo
dito ruota sul mio viso e lo preme crescentemente.
Sento la mia
bocca, il naso, gli occhi, tutto si trasforma e si mescola.
Il
dolore è fortissimo, ma non posso gridare.
Non servirebbe a
nulla, non potrebbe sentirmi nessuno e peggio ancora rischierei solo
di bere e soffocare.
Poi il mio signore inventa tanti piccoli
giochi per farmi male: come cadere accidentalmente su di me e
comprimermi o testare la mia resistenza sotto le suole delle sue
scarpe.
Ogni gioco mi costa una sofferenza fisica altissima, ma è
per lui, per il mio signore.
Ciò rende tutto più sopportabile e
sadicamente bello.
La notte trascorre veloce e al mattino il mio
padrone, mi vuole mostrare ai suoi colleghi.
Maschi forti e
possenti, eterosessuali puri con alle spalle moglie e figli.
Sportivi
e con corpi meravigliosamente scolpiti in muscoli turgidi e
lucidi.
Mi passano di mano in mano lasciandomi.
Inizialmente
soltanto incuriositi poi, su sollecitazione del mio signore, prendono
confidenza, cominciando, ciascuno a suo modo, a spremermi quel poco
di vita che ancora mi resta.
Mani grandi e virili, forti e
potenti, mi stritolano non consapevoli della loro potenza che diventa
brutalità nei confronti della mia fragile vita.
Mani come delle
tenaglie che premono, schiacciano, amputano, sfibrano le mie
carni.
Mi rendo conto che manca davvero poco alla fine.
Così,
nelle loro mani, attendo solo il peggio e tremo di paura.
Vorrei
rivedere almeno ancora una volta il mio signore bellissimo.
Ma
chissà dov'è?
L'ho perduto per sempre. Non lo vedo tra loro.
Poi
precipito, qualcuno mi ha fatto cadere perdendo la presa.
Ma il
liquido mi ha protetto, solo un forte scossone e la botta a
terra.
Sono vivo, ma per poco, nessuno mi ha visto e...ciack!
Una
suola ha decretato la mia fine e sotto quel piede la mia prigione
d'acqua e insieme il mio corpo e la mia testa sono scoppiati in una
piccola pozzanghera sul pavimento.
Mi sveglio di soprassalto, come
se stessi annegando, senza aria.
Annaspo, poi mi accorgo che è
solo un sogno.
Mi tocco nell'intimo: sono venuto!
Sono tutto
bagnato!
Chiedo perdono al mio signore per questa eiaculazione non
autorizzata.
Schiavo
Luca
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